(Uno studio da Friedrich Dürrenmatt, “La visita della vecchia signora”).
Saggio del 23° anno della Scuola di Teatro Officina / Corso Adulti
3-4-5 Maggio ore 21 – Teatro Parrocchiale San Giuseppe e Sant’Antonio di Arma di Taggia
INGRESSO LIBERO
Franco Abbatescianna
Walter Arimondo
Michela Biazzo
Fiorenza Biga
Francesca Cuppari
Mara De Nittis
Vittorio Falchi
Martina Karoff
Olga Kryshneva
Ivonne La Bozzetta
Alberto Tallone
Consuelo Benedetti
Barbara Calvini
Fiorenza Biga
Alessandra Di Bonaventura
Mauro Lanteri
Enrico Manfredini
Valeria Marino
Annastella Merlo
Lorena Moraldo
Silvia Nappini
Giuseppina Pasqua
Maura Polito
Sabrina Ivana Poggi
Anna Vigliarolo
Andrea Alchieri
Lucia Barbera
Nicoletta Cino
Cristiana Dulbecco
Roberto Ferraro
Carlotta Fornara
Vincenzo Genduso
Ivo Mela
Micaela Rosignoli
Matilde Siri
Alberto Tallone
Angelica Zappia
Si ringrazia la Boutique Graziella di Sanremo per la fornitura di alcuni abiti di scena.
Scenografie: Marco Barberis
Segreteria: Maura Amalberti, Fiorella Regina
Assistente alla Regia: Alessandro Cirilli
Regia: Giorgia Brusco
Ci troviamo di fronte ad un meccanismo perverso e malvagio, una favola grottesca, una trama diabolica e paradossale. Lo spettacolo è una commedia, una tragedia e una farsa allo stesso tempo: la commedia di un amore tradito, la tragedia di una violenza assurda che pretende di essere commessa, la farsa di un’intera società ipocrita e connivente. Sempre, al centro esatto della scena, la vecchia signora, come un ragno dei più velenosi, una vedova nera, tesse i fili di queste vicende e attende che la vendetta da lei orchestrata si compia. E’ lo stesso autore, a spiegare la vera essenza della sua creatura: “Essa non impersona né la giustizia né il piano Marshall e tantomeno l’apocalisse, è semplicemente la donna più ricca del mondo e grazie al denaro può agire come un’eroina della tragedia greca, assoluta, crudele. Medea mettiamo. Se lo può permettere”. Una Parca dunque, o la dea della vendetta catapultata a Güllen, una piccola cittadina immersa nella più nera miseria che ancora ricorda un suo recente passato di agi e di una certa rinomanza culturale. Tutta la vicenda ha a che fare con l’amore, con l’abbandono, con l’odio e la sete di vendetta, ma anche con la psicologia della folla, con il potere del denaro, con il cinismo capitalistico e si ammanta allora di orrore e di pietà per la sorte individuale dei protagonisti, e di amara derisione nei confronti di una società malata, pronta a speculare sulle proprie vittime.