spettacolo nato dalla collaborazione tra il TEATRO DEL BANCHERO e i “I CATTIVI DI CUORE” di Imperia
Autore: Grazia Verasani
Durata: 1 h e 40 min
Atti: 1
Genere: Drammatico
Regia: Gino Brusco
La trama:
Quattro donne rinchiuse in un carcere psichiatrico scontano la pena per aver commesso il reato di infanticidio.
Chiuse in una stanza, trascorrono il loro tempo espiando una condanna che è soprattutto interiore: il senso di colpa per un gesto che ha vanificato le loro esistenze. Dalla convivenza forzata – che a sua volta genera la sofferenza di leggere la propria colpa in quella dell’altra – germogliano amicizie, spezzate confessioni, un conforto mai pienamente consolatorio ma che fa apparire queste donne come colpevoli innocenti.
Rina, ragazza-madre, ha affogato la figlia nella vasca da bagno in una sorta di eutanasia. Eloisa, passionale e diretta, si ostina a negare di avere ucciso il figlio: un cinismo solo di facciata.
Marga sconta gli effetti di un’esistenza basata su un’apparente normalità, non sa esprimere i propri sentimenti e sospetta di non averne mai provati. Vincenza, nonostante la fede religiosa sarà l’unica a compiere un atto definitivo contro se stessa.
La trama costituisce quasi un espediente per scavare nell’intimo delle donne, per cercare di capire cosa significa davvero essere madre, tralasciando lo stereotipo di un istinto materno naturale in ogni donna e di una maternità serena ed edificante.
E’ soprattutto la sospensione del giudizio che qui viene volutamente applicata alle vicende di queste donne che, pur essendo delle assassine, di fatto non ci appaiono mai come tali, anzi, ci piacciono, ci divertono e finiamo col comprendere le loro motivazioni.
Quattro donne diverse per personalità e background culturale, ma tutte accomunate da una maternità rifiutata che le ha portate a compiere il drammatico gesto, e da una ricerca disperata di normalità nell’elaborazione ed espiazione della propria colpa.