Per fortuna esistono zone di resistenza. Sto leggendo un libro bellissimo e struggente “Ciapa Scioira”. Struggente perché racconta storie di persone normali di Taggia e del Ponente Ligure, durante la Seconda Guerra Mondiale. Tra i personaggi un bambino ebreo che i partigiani cercano di salvare, un musicista che si traveste da prete per ingannare tedeschi e repubblichini, un’impiegata che si arricchisce con la borsa nera, oppure Luisa lavandaia stravagante e Elsa, costretta a fare la prostituta.
Bellissimo perché è un libro scritto a più mani, e viene fuori da un’impresa culturale che definirei unica, il Teatro del Banchero, sempre di Taggia. Un gruppo di persone che da vent’anni stanno cercando di tenere in piedi una scuola di teatro e di scrittura. E che allestiscono anche degli spettacoli, come quello che ho visto un paio di settimane fa, a San Lorenzo al Mare, dedicato ad una specie di eroe popolare locale, che si chiamava Banchero appunto.
Sono amica dell’ideatore del progetto Marco Barberis da anni, finalmente ho avuto tempo di mettere piede in questo mondo. Grazie per esserci.
laura guglielmi giornalista