lo stage è parte integrante del corso officina
da venerdì 15 a domenica 17 novembre 2019
Workshop teorico pratico condotto da Renato Cuocolo & Roberta Bosetti.
Il workshop rappresenta un’opportunità per entrare nel mondo di Cuocolo/Bosetti. Un mondo dove il teatro incontra la dimensione domestica, dove l’intimità dello sguardo dell’attore incontra lo sguardo dello spettatore, dove spazio della vita e spazio del teatro, realtà e finzione si sovrappongono.
Temi centrali del workshop saranno: autobiografia e scrittura, il lavoro dell’attore, spazio e drammaturgia, la creazione teatrale.
Si mostrerà come basandosi sulla rielaborazione di elementi presi dalla nostra vita, si possano costruire spettacoli in cui realtà e finzione si sovrappongono. Mettendo così in discussione la separazione tradizionale tra attore e personaggio. Un invito a riconsiderare i limiti tra performance e realtà, tra arte e vita, finzione e autobiografia.
Il Teatro è un’arte contaminata. Un’arte contaminata dalla vita. Accettare la natura propria dell’arte teatrale portarla alle estreme conseguenze mettendo più vita nel teatro e più teatro nella vita.
Spazio della vita e spazio del teatro, realtà e finzione si devono sovrapporre. Per fare questo dobbiamo usare i luoghi per quello che realmente sono. Strade, Case, Hotel, Teatri non sono scenografie ma trappole per la realtà.
Annullare la distanza tra attore e personaggio. Essere entrambe le cose. Sono un attore e interpreto me stesso. Partire dall’autobiografia non perché le nostre vicende personali siano così importanti ma per la consapevolezza che le nostre vite e quelle degli altri non sono poi così diverse.
RC&RB
durante le date dello stage verranno proposte due repliche dello spettacolo The Walk, una riservata ai corsisti, l’altra aperta al pubblico.
Al centro del progetto il mistero che tiene insieme viaggio, memoria e narrazione. In The Walk il pubblico, composto da venticinque spettatori, è invitato a camminare insieme nella città, guidati da una voce, da una attrice e da una storia. Mettersi in cammino significa da sempre un rivolgimento, verso se stessi e il proprio mondo.
Camminare è una modalità del pensiero. E’ un pensiero pratico.
Se si guarda la lista dei nostri spettacoli negli ultimi 15 anni si può vedere un lavoro originale in cui vita e teatro si sovrappongono.
Una delle cose essenziali che ci eravamo proposti all’inizio era proprio quella di mettere più teatro nella vita e più vita nel teatro.
Spazio del teatro e spazio della vita, realtà e finzione devono sovrapporsi. Il tutto si può fare partendo dalle nostre esperienze e usando luoghi reali.
Case, hotel, strade, teatri diventano non scenografie ma trappole per la realtà.
Anche in The Walk l’elemento centrale è quello autobiografico.
Parte dall’autobiografia, non perché le nostre vicende personali siano così importanti, ma per la consapevolezza che le nostre vite e quelle degli altri non sono poi così dissimili.
Guardando la serie dei nostri spettacoli si può dire che non si va avanti senza cambiare. Senza, in altri termini, lavorare sulla storia della nostra vita. E cioè sulla nostra autobiografia.
Diventare le persone giuste per lo spettacolo che vorremmo fare.
La storia di The Walk raddoppia, rinforza, espande l’esperienza del camminare insieme. E’ una storia che parte dalla perdita di un caro amico e dalla nostra reazione a questo avvenimento. Una storia che comincia e ricomincia e comincia di nuovo, che si muove in avanti, che gira di lato, che va da qualche parte, che forse non va da nessuna parte, ritorna sui suoi passi e sempre sovrappone narrativa ed esperienza. Invita gli spettatori a ricreare un itinerario in cui la relazione tra frase, immagine e città genera un nuovo significato. Le sue biforcazioni e metamorfosi, come quelle del nostro percorso, producono un inusuale senso di spaesamento. The Walk è una storia di limiti e confini, di confini e della loro erosione, e del mettere alla prova i limiti e i confini fra la pratica artistica e la vita quotidiana.